16 Mag YOUPOL
Introduzione
Questa applicazione ha semplificato il modo di rapportarsi con la polizia di stato; precedentemente ci si doveva recare in Questura per comunicare e denunciare, ora per combattere episodi sempre più frequenti di spaccio e bullismo, basta un semplice messaggio perché questo venga letto e venga eseguito l’accertamento in tempi brevi dalla Polizia.
Aspetto storico/sociologico
YOUPOL è un’applicazione che consente l’invio di segnalazioni di episodi di bullismo o di spaccio di sostanze stupefacenti, come altri reati, con la possibilità di trasmettere immagini o segnalazioni scritte direttamente alla sala operativa della Questura.
Garantisce inoltre la cosiddetta “geolocalizzazione” (localizzazione esatta) immediata del dispositivo segnalante e il luogo interessato dall’evento.
Tra le opzioni possibili per l’utente di “YOUPOL” vi è anche quella di poter effettuare una chiamata di emergenza alla sala operativa della Polizia di Stato ubicata nella provincia ove l’utilizzatore si trova.
YouPol permette l’invio di segnalazioni anche sotto forma anonima, cioè senza effettuare la registrazione, ma ciò non deve fare pensare a utilizzi sbagliati della stessa, perché in caso di abusi è comunque possibile risalire all’identità di chi l’ha installata.
L’utente che ha effettuato la registrazione ha la possibilità di seguire l’evoluzione dei fatti e ricevere le eventuali comunicazioni da parte dell’operatore di Polizia che ha ricevuto il messaggio.
Dall’avvio del progetto ad oggi sono stati effettuati oltre 120.000 download e sono state oltre 3.000 le segnalazioni effettuate attraverso l’uso di YouPol che hanno riguardato casi di bullismo ed uso di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale.
YouPol nasce per ridurre la distanza tra le istituzioni e le comunità, consentendo ai cittadini di ogni età di concorrere al miglioramento della vivibilità civile e sociale, e rendere ciascuno sempre più consapevole e partecipe alla sicurezza del territorio.
Inizialmente l’app poteva essere utilizzata solo in alcune delle principali città italiane, ma dal 15/05/2018, come comunica la stessa Polizia di Stato, risulta operativa in tutte le province italiane, in modo da poter effettuare una segnalazione ovunque ci si trovi.
In tutta Italia dall’avvio del progetto ad oggi i download effettuati sono stati più di 118.000, le segnalazioni per casi di bullismo 1.152 e quelle per uso di sostanze stupefacenti 2.132.
Aspetto psicologico/patologico
Di fronte a queste negative realtà che creano in molti ragazzi forte sofferenza, pericolosa emarginazione e gravi danni per l’integrità fisica e psicologica, è indispensabile da parte di tutti una fattiva collaborazione con le Forze dell’Ordine.
Gli smartphone e i tablet, così diffusi presso le giovani generazioni, possono diventare grazie a “YouPol” strumenti preziosi per l’affermazione della legalità sul territorio e nei luoghi di aggregazione giovanile.
Anche i ragazzi e i giovani – in quanto cittadini tenuti alla costruzione del bene comune – sono chiamati a contribuire in prima persona alla lotta contro violenza e criminalità, superando qualsiasi forma di indifferenza, di rassegnazione, di omertà dettata dalla paura.
Segnalare alla Polizia episodi di bullismo o di circolazione di stupefacenti significa non solo concorrere efficacemente alla vivibilità di un territorio, ma anche consentire che venga salvaguardata l’integrità e la vita stessa di molti coetanei.
Aspetto educativo
La Polizia di Stato, quotidianamente impegnata nella formazione civica dei ragazzi, con Youpol intende coinvolgere gli adolescenti, responsabilizzando sul consumo di droghe e sul compimento di atti di violenza realtà che troppo spesso restano sommerse e che sono fonte di emarginazione e grande sofferenza.
Secondo il ministro dell’Interno Minniti ”si tratta di un’app amica che può aiutare i giovani nei momenti di difficoltà. E’ uno strumento, consono alle nuove generazione, che permetterà di lanciare il segnale in caso ci si trovi di fronte ad episodi di bullismo o di spaccio di droga”. “L’ importante – dice Minniti – è non voltarsi dall’altra parte, questa è l’unica cosa che voi giovani non dovete fare. Non abbiamo bisogno di ragazzi eroi, ma di giovani consapevoli che con questo gesto possono aiutare non solo chi subisce violenza, ma anche chi è parte attiva dell’episodio di violenza. Per questo – ha concluso il ministro – ci tengo a sottolineare che il cuore della questione è l’aiuto: trasmettere ai giovani il messaggio che in condizioni di difficoltà ci si deve aiutare reciprocamente”.
Conclusioni
In conclusione, questa app anche se attiva da poco, ha già permesso agli organi della polizia di operare tempestivamente per stanare episodi di bullismo e spaccio.